
Montodine, è paese di 2500 abitanti in provincia di Cremona (a 35km NE) -Lombardia
è
situato sulla direttrice Bergamo -Piacenza a 9km a sud di Crema

Montodine è senza dubbio fra le borgate più importanti e rappresentative del cremasco per le caratteristiche geomorfologiche (andamento mosso, presenza di 2 fiumi: Serio e Adda ) e storiche (tradizioni, monumenti etc.).
Il borgo si adagia sul fiume Serio, che in questo punto scorre assai incassato e ormai prossimo alla foce (Boccaserio ove confluisce nell'Adda) disegna un paesaggio fluviale suggestivo e ricco di spunti per escursioni naturalistiche. In effetti è ben difficile che possa sfuggire, il repentino variare delle forme di un territorio che vede l'innesto di due valli fluviali (Serio e Adda) proprio nel punto in cui il nucleo storico di Montodine si raggruma su una sorta di promontorio proteso tra il corpo del fiume Serio e le evidenti tracce che il passaggio dell'Adda, un tempo anch'esso radente questo sito morfologico, ha lasciato ben incise negli orli di terrazzo che dividono il livello fondamentale della pianura dalle sottostanti "regone" fluviali.
Tant'è che Montodine, conserva nell'etimologia del nome traccia della sua collocazione originaria, "Mons odano" ...ovvero "monte sull'adda", a rispecchiare la posizione sopraelevata dell'insediamento su un disteso rialzo del terreno costituente in tempi remoti la propaggine meridionale dell' "Insula Fulcheria" che emergeva dalle acque stagnanti dell' antico Lago Gerundo,in prossimità dell'innesto del fiume Serio nel lago stesso.
Frammentato in due nuclei separati e opposti che stringono a tenaglia il Serio, il fiume con cui Montodine ha sempre vissuto in stretta simbiosi; lo storico abitato da tempo si è espanso nella regona sottostante, dominata dalla sontuosa chiesa parrocchiale e dalla retrostante area, detta del Castello, da dove si godono insoliti colpi d'occhio.
La genesi alto-medievale si può dire legata inizialmente al fiume Adda e ad un'importante direttrice viaria di ascendenza romana che lambiva l'abitato. Lo sfruttamento agro-silvo-pastorale del territorio e quello delle acque naturali furono il presumibile motivo principale dell'insediamento.

Nota sul nome
- Il nome del borgo si trova nella forma primitiva di Monte Odano in un documento del 1023. Da questo derivano le successive Muntodano, Muntothano, Monthotano, Montodanum, Montadanum che vanno dal 1034 al 1166. A tutte è comune l'elemento monte, mentre la parte finale varia. Ma anche la forma più antica ha tutto l'aspetto di essere una lezione corrotta. Infatti può essere che la finale Odano sia un'alterazione di Abduano, antico nome del fiume Adda, che ora scorre a 2 km dal borgo ma che in origine scorreva vicino. In questo caso Montodine, che si trovava sul margine rialzato dell'Isola Fulcheria, significherebbe Monte sull'Adda: Mons Abduanus. Ciò sarebbe confermato dalla tradizione secondo la quale Montodine sorgeva sulla riva del lago Gerundo quando esso ancora inondava lo spazio compreso fra la costiera (a 66 metri sul livello del mare) e l'attuale corso dell'Adda (49 metri sul livello del mare). Altre ricerche fanno risalire il nome a elementi di origine germanica ed addirittura celtica per il possibile riferimento ad Odino...
Note storiche
- Nella sua storia millenaria che si suppone possa trarre origine intorno al VI°-VII° secolo dopo Cristo, Montodine ha conosciuto avvenimenti storici di grande rilievo:dai possessi feudali dei Conti di Dovera fino a quelli dei conti Benvenuti,dal passaggio delle milizie del Barbarossa (1154) a quello dei lanzichenecchi del Duca di Brunswich che nel 1517 misero tutto a ferro e fuoco
- A partire dall'XI secolo entrò a far parte dei territori del vescovo di Cremona, i cui diritti feudali furono riconosciuti sia dall'autorità imperiale che papale, riconoscimenti culminati nel famoso atto di donazione(1098) di tutta l'Insula Fulcheria" da parte di Matilde di Canossa al comune e alla Chiesa di Cremona.
- Dopo una parentesi legata al nome dei conti di Dovera, Montodine trovò come naturale sbocco la guida politica della città di Crema, con l'affermazione della signoria dei Benzoni.Fu a questo punto che il territorio venne disseminato a scopo difensivo di una vasta rete di fortificazioni,volute da Giorgio Benzoni.
- Verso la fine dell'epoca medioevale, il Signore di Crema, a dimostrazione dell'importanza strategica di Montodine, fece costruire una torre alta e poderosa a guardia del confine del suo minuscolo stato, i ruderi erano ancora visibili ai primi del '900 allorquando furono demoliti per lasciar spazio all'attuale costruzione dell'asilo.
- In seguito il Cremasco (territorio del Benzoni) passò sotto la dominazione dei Visconti ed entrò a far parte del Ducato di Milano.
- Nel 1449 subentrarono i Veneziani che amministrarono il territorio, salva una piccola parentesi, fino all'arrivo delle truppe Napoleoniche.
- A Montodine passarono pure le bande alemanne portando quel terribile morbo,la peste, che a partire dall'aprile del 1630 flagellò e sconvolse tutta l'Alta Italia e che ci fu ampiamente descritta prima dal Canobio e poi dal Manzoni.
- Montodine salì ancora alla ribalta della storia prima nel 1646 per il combattimento fra le milizie venete e quelle francesi e quindi nel 1658 quando divenne per qualche tempo il quartier generale del Duca di Mantova incaricato di guidare le operazioni di attraversamento del territorio veneto da parte delle truppe francesi in guerra contro gli Spagnoli.
|
|
Per vedere altre bellissime fotografie
visita la pagina :
Montodine in posa
|
|
Note Brevi
Paese quindi dal multiforme patrimonio geografico e storico, Montodine racconta il suo passato anche attraverso quei monumenti artistici,religiosi e civili, che possiamo ancora ammirare con emozione nonostante l'usura del tempo.
Circondato da un panorama che in alcuni tratti conserva ancora intatto il fascino sognante del passato, sulla sponda destra del fiume Serio si innalza superbo e maestoso il Palazzo detto dei Benvenuti con la magnifica torre seicentesca.
Montodine è anche uno dei paesi a maggiore tradizione religiosa e si distingue ancor oggi fra le parrocchie della diocesi per il numero delle Chiese : sono infatti ben sette...
|
 |
Note statistiche
Montodine (C.A.P. 26010) dista 35 chilometri da Cremona,
capoluogo della provincia cui il comune appartiene.
Montodine conta 2.217 abitanti (Montodinesi) e ha una superficie di 11,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 187,88 abitanti per chilometro quadrato. .
Cenni anagrafici: Il comune di Montodine ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 2.168 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 2.217 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 2,26%. Gli abitanti sono distribuiti in 841 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,64 componenti.
Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 48 e i 72 metri sul livello del mare. Il Comune sorge a 67 metri sopra il livello del mare.
|

Nella foto sopra, lo straripamento del fiume Adda del 1951 in località Boccaserio, confine naturale dei territori cremaschi e lodigiani. Nel 1995 a seguito delle lunghe piogge, il ponte sul fiume Adda situato in zona Boccaserio,è crollato ed ancora si stà aspettando il pontenuovo. |
|
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
 |

facciata del vecchio Comune |
|
 |
Ritratti |
Il Palazzo Benvenuti
Il monumentale
Palazzo Benvenuti e la sua Torre, sono il simbolo di Montodine.
Palazzo Benvenuti è situato vicino al ponte sul fiume Serio,
La torre fu fatta erigere da Girolamo Benvenuti (aristocratica famiglia montodinese...) tra il 1666 ed il 1668 sul posto di un vecchio torrione del 1400 che sorgeva a difesa del passaggio del ponte sul Serio ,ed era stato costruito da Giorgio Benzoni signore di Crema.
La costruzione si innalza su sette piani compresi un solaio ed un locale seminterrato .
La torre che sorge a lato presenta dimensioni di tutto rispetto: 8,40 x 7,40 x 31 metri.
Venne a costare 6210lire 5 soldi e 3 denari, somma con la quale si potevano acquistare circa 90 pertiche.
Accanto alla torre,come detto, sorge il Palazzo Benvenuti ,testimonianza della ricca famiglia dei Benvenuti,costruito e poi rimaneggiato in diverse epoche fu ristrutturato completamente nel 1803
Il palazzo può essere ad oggi considerato un bell'esempio di arte rusticana-barocca, infatti, il palazzo appare innanzitutto come una rustica costruzione di campagna,originata probabilmente da uno di quegli edifici fortificati di cui il borgo ebbe necessità nel medioevo. La torre serviva così da punto di riferimento per ogni azione di difesa verso la valle del Serio, nel XVII secolo fu inglobata nel complesso dell'edificio, che rileva con evidenza 2 fasi costruttive;tuttavia essa è inseribile in un linguaggio secentesco dovuto in prevalenza all'uso insistito del bugnato.
Con la morte della contessina Camilla Marozzi-Benvenuti, con cui si estinse il casato dei Benvenuti del ramo di Montodine,fu lasciato in proprietà alla congregazione Salesiana che lo adibì a Istituto Salesiano per il noviziato e come oratorio per i giovani, dopo di chè rimase alla Parrocchia che ora stà gestendo la sua ristrutturazione per offrirLo in tutto il suo splendore alla popolazione del terzo millennio
. Se vuoi vedere altre foto di Montodine e del palazzo Benvenuti visita la pagina relativa:
Foto
Palazzo
|
La chiesa Parrocchiale

La parrocchiale fu eretta negli anni 1726-1731 al centro del paese,quasi certamente su progetto dell'architetto Giovanni Battista Donati di Lugano .
Con la sua splendida facciata barocca, mossa e arricchita da cornici, fregi e colonne.,e' considerata il più bell'esempio di architettura sacra settecentesca del territorio.
La chiesa di forma rettangolaree è priva di transetto,ed ha una sola navata centrale,con sovrapposte nicchie aperte a guisa di logge.Il soffitto è costruito con una sola volta a botte,interrotta da grandi archi.,la cupola è un modello di eleganza e bellezza statica
L' interno presenta nelle cappelle laterali quadrature dipinte dai fratelli Galliari nel 1760 (cappelle della Madonna -sul lato sinistro della navata - e del Crocifisso ) e dal loro seguace trevigliese Orlando Bencetti nel 1782 (cappelle ora dedicate al Sacro Cuore e alle Anime purganti).
La chiesa è inoltre ricca di dipinti di scuola cremasca dal Cinque al Settecento.
Notevole un dipinto di Carlo Urbino raffigurante la deposizione di Gesù dalla croce.
La facciata ha un imponente portale centrale e due porte laterali più piccole.
A lato della chiesa nel 1755 venne poi costruito il campanile,di base quadrata con lato di sei metri e mezzo.
Altre foto alla pagina
Chiesa Parrocchiale
|
|
RITRATTI DI ALCUNE DELLE ALTRE CHIESE (x altre foto vedi : Le chiese minori) |
San Rocco
Posta all'ingresso del paese arrivando da Crema, e da poco restaurata;
è una costruzione unica nel suo genere nel territorio , infatti presenta una interessante costruzione a pianta ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino; è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630.
L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo: all'ottavo giorno dell'eternità.
L'oratorio di San Rocco che sorge vicino a san Zeno, fu costruito come voto di famose pestilenze.
Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali(oggi conservato a Palazzo Benvebuti)raffigura il Santo Protettore,accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino , mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.
 |
San Rocco quando ancora versava in pessime condizioni,visto con gli occhi del grande artista nostrano l'Ing. Gianni Baroni
O San Roch,se ta ôt la to cà,
mèt andôs amô cà le èste
che ta ghìet al temp da la pèste
col bastù e la sachèla dal pà.
Gh'è vignìt quatre o cinch balabiôtt
con an möcc da parole e da carte;
j'è vignìt "in nome dell'arte"
ma d'artista j ghìa prope nigôtt.
" Farèm ché,farèm lé,farem là!
I mistér,quant i fèm, i fèm bei"
Po' j ga mèss dés o dùdes puntèi:
j'è marsìtt e j sta sö per pietá.
Té ta pôdet risôlf la questiù:
sensa ave marie e pater nost
per cürá chj 'mpestàt grass da rost
L'è'n toch mèi al tô santo bastù.
Ve mia a dim che ga ôl cumpasiù!
J'è'mpestàt che j'mpetsà l'Italia;
'ntant che nôtre j mantègnem a balia
lur j mangia e j ma dá dal cuiú.
An poeta nustrá..
cum'è i poi tirat sö col graá
da "Le gòsse"
|
 |
|
San Zenone
San Zenone era l'oratorio sede della Confraternità della Buona Morte , fu costruito nel 1610 sulle fondamenta di un altro più antico, prima ancora che il paese prendesse consistenza di borgata.
L'oratorio di S.ZENO (vescovo di Verona) rievoca nell'intitolazione i più antichi tempi della vita montodinese, anche se le sue forme risalgono ad un'epoca più tarda.Nei secoli passati, infatti, grande era la devozione verso questo santo, a cui accorrevano fedeli non solo da tutto il cremasco-
L'oratorio è ricco di stucchi policromi di pregevole fattura,con due statue del cinquecento ed una stupenda pala d'altare dipinta da GB Bottichio che raffigurava la Madonna ed il santo titolare, nonché due statue lignee cinquecentesche .
Le statue rappresentano il Cristo Risorto con la bandiera della vittoria e San Zeno in abito pontificale col pesce attaccato al Pastorale. Di pregevole fattura è anche il campanile orientaleggiante.
|
Ecco un'altra descrizione romantica in dialetto dell' Ing. Gianni Baroni
Quant gh'era mìa 'nse tante medesine
per guarì i pôr diaui con qualche mal
al spisiér j'à cüràa con pulverìne
magare bune apô per al caàl.
Le pulver j'à pestàa dentre 'l murter
fin quant j'era dientàde pulverine...
Quant al malat al vègnia mìa a stà be
e sa capìa mìa che mal al föss,
söl punto da ultà i pè a l'öss
gh'era na cüra sula: andà a San Zè.
L'era n'usansa ècia m'è 'l paìs:
le tre candéle 'mpese per tri dè
e le parole "'n tri dè 'l va o 'l vè"
da mèt al batcôr a cè j'à dìs.
E 'l Sant,sensa po' mèt an grant impègn
al pudìa rispetà le cundisiù.
Bèla fadìga! I casi j'era du:
al pudìa fai crepà o fai rinvégn. ...
da "le gòsse"
|
 |
|
L'oratorio del Rosario.

|
La chiesetta col suo Oratorio, situato sulla via Piacenza oltre il ponte del Serio, è il monumento più importante tra le chiese minori, per la presenza del magnifico ciclo di affreschi con cui Gian Giacomo Barbelli nel 1641 decorò le volte del presbiterio (nell'abside e sulla volta) con i Quindici Misteri del Rosario.
L' oratorio venne costruito agli inizi del Seicento dalla Confraternita del Rosario; di questo periodo è rimasta la teletta votiva del confratello Giovan Maria Longari, opera di Giovan Angelo Ferrario, oggi conservata nella casa parrocchiale.
La chiesa della Beata Vergine del Rosario colpisce per la sua graziosa semplicità.
La facciata orlata alla sommità da un sussueguirsi di pietre a vista è sormontata da tre pinnacoli. Sotto il timpano una bifora di vetri multicolore,costituisce la base per una statuetta fittile raffigurante San Giorgio,noto santo guerriero. A lato del portale si apre un pertugio quadrato,il quale indicava ai pellegrini di un tempo che qui potevano trovare rifugio e sostare per riposarsi. Il Portale di legno chiodato è contornato da colonne ed è arricchito da un affresco raffigurante la Modonna con Bambino. Nell'interno l'abside piuttosto ampia ospita,alla sua sommità,l a classica trave che porta l'arco trionfale. Sopra di essa si trova un crocefisso ligneo dai lineamenti intensi e drammatici
Bella e ben conservata è la balconata della cantoria in legno scolpito,che si arricchisce di esili ed eleganti colonnine a torciglione.
|
|
La festa della Madonna del Rosario
|
La prima domenica di ottobre ha luogo, con grande partecipazione de gente, la festa sul fiume, durante la quale, viene trasportata ( a simboleggiare una specie di processione votiva) su una barca la statua della Madonna, oranta di luci, fino al pontile sottostante la chiesetta del Rosario.
Seguono poi i fuochi d'artificio.
Per altre informazioni vedi :
Festa della Madonna del Rosario |
SS Trinità
Poco oltre, proseguendo in direzione Piacenza, si incontra sulla sinistra l'oratorio della Trinità, costruito intorno al 1730 dalla confraternita dei Trinitari associazione fondata a Roma nel 1548 che si richiamava al pensiero di San Filippo Neri e che aveva come finalità quella di soccorrere i bisogni dei poveri, di dare ospitalità ai pellegrini e assistenza ai convalescenti.
L'oratorio non è più officiato da tempo e l'interno appare oggi spoglio, tuttavia si apprezza l'eleganza architettonica della sua facciata in cotto e l'elegante campanile, ulteriore esempio della libera e viva interpretazione che nel territorio cremasco ebbe il linguaggio barocco, se si considera soprattutto la facciata conclusa da un coronamento a linee spezzate, cui corrisponde l'accentuata verticalità dello snello campanile
|
|
A Montodine vi sono poi altre chiesette vedi quella dedicata a San Giovanni in Bocca Serio (sec. XVI) e quella dedicata ai santi Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita eretta alla cascina giardino. |